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FORBIDDEN FOREST
Forbidden Forest è un gioco sviluppato da Paul Norman, pubblicato dalla Cosmi Corporation nel 1983 per il Commodore 64 e gli Home-Computer Atari. Quando venne rilasciato su nastro (cassetta), fu il primo gioco ad usare il Novaload Fast Loader (A fast loader is a software program for a home computer, such as the Commodore 64 or ZX Spectrum, that accelerates the speed of file loading from floppy disk or compact cassette).
TRAMA
FORBIDDEN FOREST
Un cacciatore armato di arco e frecce ha il compito di esplorare la foresta per sconfiggere le creature malvagie che la abitano: ragni giganti, api, rane mutate, draghi, scheletri, maghi, serpenti, e un mostro finale noto come "Demogorgon.
RECENSIONE
FORBIDDEN FOREST
Forbidden Forest non è solo un classico del Commodore 64, ma anche il frutto di una storia curiosa e quasi leggendaria, che inizia con il suo sviluppatore, Paul Norman. Negli anni '80, Paul non era ancora uno sviluppatore affermato; in realtà, era un musicista che si esibiva nei locali notturni, cercando di sbarcare il lunario tra un assolo di chitarra e un cocktail improvvisato. Ma la sua curiosità per il mondo dell'informatica lo portò a esplorare il potenziale del Commodore 64, una macchina che per l'epoca sembrava più un pezzo di stregoneria elettronica che un semplice computer.
Quando Norman si unì a Cosmi, una piccola software house appena nata, non aveva alle spalle una formazione accademica in programmazione. Anzi, imparò a programmare "per caso", sperimentando da autodidatta, proprio come un alchimista dilettante che cerca di trasformare il piombo in oro. L'idea di Forbidden Forest nacque proprio in questo contesto: Norman voleva creare un gioco che fosse diverso dagli sparatutto spaziali e dai platform che riempivano il mercato. La sua visione era quella di portare il giocatore in un mondo oscuro e misterioso, pieno di pericoli soprannaturali, dove ogni passo fosse accompagnato dalla sensazione di essere osservati da creature invisibili, pronte a colpire nell'ombra.
Il progetto fu un'impresa titanica per l'epoca, considerando che Paul lavorò praticamente da solo su ogni aspetto del gioco: dalla programmazione alla grafica, fino alla composizione della colonna sonora. Usò il SID chip del Commodore 64 come fosse un sintetizzatore analogico, riuscendo a creare melodie inquietanti e avvolgenti, che ancora oggi vengono ricordate come alcune delle più memorabili del sistema. Paul stesso racconta di aver passato intere notti davanti al monitor, animando ragni giganti e draghi sputafuoco con l'entusiasmo di un regista che crea il suo film horror personale.
Il risultato? Un capolavoro che cambiò le regole del gioco, portando innovazioni tecniche come lo scorrimento a parallasse e un ciclo giorno/notte che pochi all'epoca avrebbero pensato possibile su una macchina a 8 bit. La nascita di Forbidden Forest è quindi una storia di passione e intuizione, dove un musicista trasformatosi in programmatore riuscì a dar vita a uno dei titoli più iconici degli anni '80, spianando la strada a un'intera generazione di sviluppatori indie.
Un incontro ravvicinato con uno dei primi nemici, un oscuro ragno gigante
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L'EPICA SINFONIA DELLA MORTE
Forbidden Forest è uno di quei videogiochi che hanno fatto sobbalzare gli utenti dei primi anni '80, spalancando le porte di una nuova dimensione nel panorama del Commodore 64. Paul Norman, in un momento di ispirazione divina o forse dopo una serata di eccessi, ha creato un capolavoro che ancora oggi risiede tra le leggende del retrogaming.
La musica di Forbidden Forest è cupa e opprimente e ti piomba addosso come un temporale che rovina il pic-nic della nonna, con cambiamenti dinamici che rispondono a ogni minaccia che sbuca all'improvviso dal sottobosco. Per un gioco del 1983, avere un comparto audio che si adatta agli eventi sullo schermo, era come vedere un brontosauro sfrecciare su un monopattino elettrico: incredibile e assolutamente fuori dal comune!
Una breve sequenza animata con l'uccisione del Negromante
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LA FORESTA DEI MIRACOLI E DELLO SPLATTER INNOVATIVO
Il pezzo forte è sicuramente il famoso scorrimento a parallasse. In altre parole, mentre l'eroe armato di arco si muove a destra e a sinistra, gli elementi dello sfondo si spostano a velocità diverse, dando l'illusione di profondità. È un po' come guardare fuori dal finestrino di un treno in corsa: gli alberi vicini sembrano fuggire via, mentre le montagne lontane se ne stanno placide a sonnecchiare. E poi c’è il ciclo giorno-notte: il cielo passa dal tramonto alla notte stellata, con tanto di luna piena che si sposta pigramente come un panda appena sveglio. Per un gioco degli anni '80, è pura magia grafica.
Inoltre, se pensate che i giochi moderni siano cruenti, è perché non avete visto Forbidden Forest. Quando il nostro eroe muore (cosa che accadrà spesso, fidatevi), il sangue sgorga come un geyser del Parco di Yellowstone. Gli sviluppatori non si sono risparmiati: i ragni ti divorano come se fossi una crocchetta al sapore di terrore, le vespe giganti ti pungono con la delicatezza di un trapano industriale e le rane mutanti ti schiacciano fino a farti sembrare una macchia di ketchup spiaccicata su un pavimento da fast food.
Il vespoide, uno degli insetti più fastidiosi e complicati da colpire
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LICENZA DI UCCIDERE
E non è finita qui, nemmeno per sogno! Dopo aver affrontato aracnidi e insetti infernali, ci ritroviamo davanti a creature da incubo. Il drago, ad esempio, sembra uscito da un sogno febbrile di Tolkien dopo una serata di tequila: sputa palle di fuoco e ti osserva con un'aria minacciosa, come se avessi appena criticato la sua dieta a base di avventurieri arrostiti. Poi arriva il mago negromante, una figura avvolta nel mistero e nel cappuccio, che risveglia scheletri armati di lance come un direttore d'orchestra di un coro dell'oltretomba. Per batterlo, devi mirare alla sua testa coperta dal cappuccio, con la stessa precisione di chi cerca di togliere una macchia di sugo dalla camicia bianca senza peggiorare la situazione.
Gli ultimi livelli alzano la posta: prima un serpente che si contorce sullo sfondo come un tubo dell'acqua in preda a un'esplosione idraulica, e poi il famigerato Demogorgon. Questa creatura mitologica è invisibile e si rivela solo quando un fulmine squarcia il cielo. È come giocare a freccette bendati, cercando di colpire un bersaglio che appare solo per un istante. La tensione è palpabile, ogni freccia scoccata è un respiro trattenuto: sbagli, e il mostro si avvicina, pronto a inghiottirti come una frittella al carnevale di Venezia.
Beccato! Adesso tocca alla vecchia signora in vestaglia azzurra!
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UN ESPERIENZA SENZA TEMPO
Forbidden Forest è un viaggio nel cuore del male puro: non c'è nessuna storia di redenzione, nessun cattivo con un passato tragico, solo terrore e morte. È come se il male si presentasse in salotto senza bussare, con un sorriso da squilibrato e un coltello da cucina, pronto a far del luogo una cattedrale di sangue. Ecco perché questo gioco è rimasto una perla nera nel mare del retrogaming: crudo, spietato e affascinante come poche altre esperienze digitali.
Se amate le sfide e non temete di affrontare una foresta di incubi pixelati, Forbidden Forest è il biglietto di sola andata per un'avventura che vi lascerà senza fiato... e forse con un leggero trauma da ragni giganti.
FORBIDDEN FOREST: LONGPLAY
Non certo di livello eccezionale ma con ottimi spunti come la rappresentazione della luna e il passaggio graduale alla notte.
Importante prendere le misure. Le azioni del nostro protagonista richiedono un timing adeguato. Per il resto? Superbo.
Forbidden Forest ha una colonna sonora semplicemente fantastica.
Un classico come Forbidden Forest, anche dopo molti anni, conserva sempre il suo fascino. Da riprovare con nostalgia e a luci spente !
VOTO FINALE
9
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