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SHADOW OF THE BEAST
Shadow of the Beast è un videogioco a piattaforme sviluppato dalla Reflections Interactive e pubblicato dalla Psygnosis Limited nel 1989 per la piattaforma Amiga. Visto il successo, il gioco venne convertito per molte altre piattaforme, e ne vennero realizzati due seguiti: Shadow of the Beast II e Shadow of the Beast III. Durante il Gamescom 2013, Sony Computer Entertainment ha mostrato un trailer di un remake del gioco previsto in esclusiva per PlayStation 4.
Psygnosis aveva già pubblicato giochi a piattaforma di alta qualità, come Obliterator, ma Shadow of the Beast viene ricordato come un videogioco rivoluzionario per la grafica e il sonoro. La grafica era molto colorata e visualizzava fino a 12 livelli di parallasse, un numero vertiginoso per l'epoca. La parte audio venne composta da David Whittaker, che utilizzò campioni di alta qualità per comporre le musiche. La confezione venne disegnata da Roger Dean, illustratore piuttosto famoso che ha realizzato numerose copertine dei più conosciuti album degli Yes e che sovente collaborò con Psygnosis. Il 17 maggio 2016 è uscito in esclusiva per PS4 solo sul playstation store, il remake del videogioco intitolato sempre Shadow of the Beast.
TRAMA
In tempi assai remoti, il malvagio Signore Bestia Maletoth riuscirì a conquistare il mondo bandendo da esso ogni forma di luce e calore. Ma in questa oscurità nacque un bambino chiamato Aarbron, cui una profezia del nero sacerdote di Maletoth attribuiva il potere di mettere fine al suo tirannico regno per riportare la luce da tempo perduta.
Preoccupato da questa eventualità, Maletoth ordinò che il bambino venisse catturato e trasformato in un demone dell'oscurità. affinchè egli non potesse più rappresentare una minaccia per il suo potere. Ma il destino sa essere testardo e una volta compiuto il rituale le cose andarono diversamente da quanto il nero signore aveva previsto. Aarbron, divenuto adulto cominciò a ricordare il passato: nella sua mente sconvolta si accavallavano ricordi della sua giovane età, senza che egli riuscisse però a dargi una corretta interpretazione e un filo logico.
Un giorno Aarbron assistette all'esecuzione di un uomo, che grazie ai suoi confusi ricordi, potè associare alla figura di suo padre. Fu da quel momento che il ragazzo trasformato riuscì a rompere l'incantesimo mentale che lo teneva soggiogato a Maletoth, e cominciò a desiderare la distruzione del suo impero, così da vendicare tutte le sofferenze che aveva inflitto.
GAMEPLAY
Per definizione qualsiasi videogame comporta la presenza di una serie di insidie, messe in campo al fine di azzerare le nostre "vite" e di porre prematuramente la parola fine alla nostra avventura. Che si tratti di un'avventura grafica, di uno sparatutto o di un platform come Shadow Of The Beast, questo principio è implicitamente inserito nelle trame di quasi ogni gioco, perchè ne definisce il livello di sfida, e rende quest'ultima degna di concentrazione da parte del giocatore. Ma mai, in nessun caso, avevo assistito ad un gioco che cercasse di uccidermi in maniera così veemente come la produzione di Reflections Interactive. Voglio dire, come se già non bastassero i mostri presenti sullo schermo, il gioco è disseminato di trappole di ogni tipo, e se per disattenzione o scarsa perizia si precipita da una piattaforma, la morte è praticamente assicurata.
Shadow of the Beast è un gioco a metà tra un platform e un'avventura fantasy nella quale impersoniamo un umano ormai brutalmente trasformato in una creatura dalle fattezze demoniache, mutato a causa di una rito eseguito su di noi per volere del signore dei demoni Maletoth. Nemmeno a dirlo, lo scopo che ci si prefigge è quello di uccidere il malvagio demone e tutti i suoi servi, così da poter ritornare in possesso delle nostre fattezze umane.
In tempi remoti, il calcio era uno sport assai duro.
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La vita a nostra disposizione si trova nella posizione bassa dello schermo, e indicherà la quantità di resistenza ancora a nostra disposizione. Cadute da altezze considerevoli o contatti con creature di ogni genere non saranno certo salutari e subire troppi colpi, com'è lecito attendersi, contribuirà a farci perdere quanto prima la vita (potremo continuare soltanto 3 volte).
Pad direzionale e tasti A e B ci permettaranno di guidare Aarbron attraverso l'avventura, farlo saltare e sferrare micidiali colpi. Premendo il tasto "Option 1" nel menù del gioco sarà possibile decidere se invertire le funzioni assegnate ai tasti A e B, mentre premendolo durante la partita potremo selezionare le armi a nostra disposizione. Per questo motivo potrà essere utile avere sempre uno sguardo vigile così da poter ritrovare armi che potrebbero aiutarci nel compimento della nostra missione, questo perchè i nostri pugni sono forti, ma la loro portata e potenza sono comunque limitate se consideriamo le creature che incontreremo. Alcune armi potranno essere utilizzate soltanto per un periodo limitato; la pistola capace di sparare raggi, per esempio, è caricata con 25 proiettili. I numero dei colpi rimanenti, qualora l'arma sia equipaggiata, viene mostra in alto a sinistra nello schermo.
Morti grazie al primo Boss. Difficile evitare i suoi sputi.
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Le creature che popolano il mondo di Aarbron sono orribilmente ostili, pertanto sarà bene usare la massima "Se si muove, uccidi!" e colpire per primi. Se fossimo costretti ad usare le mani nude dovremo avvicinarci abbastanza combattendo in corpo a corpo, ma in caso stessimo utilizzando un'arma sarà sufficiente che il nostro nemico sia all'interno del raggio d'azione necessario.
Lungo il tragitto sarà anche possibile trovare manufatti di varia natura come chiavi, armi e oggetti magici, alcuni di essi potranno essere raccolti per essere utilizzati nel momento più opportuno grazie al medesimo meccanismo spiegato in precedenza per le armi. Oltre a ciò, sarà importante non farsi sfuggire i cuori della rigenerazione; potenti oggetti curativi capaci di ripristinare la nostra vita e darci qualche chance in più di sopravvivere.
Sai che risate non appena il cannone sparerà e io lo girerò nella tua direzione ?
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La nostra avventura avrà inizio in campo aperto, qui è possibile trovarare l'accesso a molti tunnel, passaggi indicati da frecce ben visibili all'interno dei quali dovremo addentrarci, per accedervi sarà sufficiente portare il protagonista in corrispondenza dell'ingresso e usare il tasto direzionale verso l'alto. Una volta all'interno di questi pericolosi passaggi dovremo affontare trappole, creature, precipizi e molto altro ancora.
Imparate a gestire le armi a disposizione e conoscere i rischi impliciti in una determinata area di gioco fornirà le conoscenze necessarie per anticipare e gestire correttamente i pericoli. Per questo è fondamentale non sprecare le armi più potenti e salvaguardarle per i mostri più pericolosi, sapersi muovere evitando di cadere da troppo in alto; un moderato dislivello potrebbe tradursi in lievi ferite, ma cadere per molti metri potrebbe significare la morte. Non esiste fortuna in Shadow of the Beast, solo l'esperienza e una certa capacità strategica ci daranno la chiave per giungere alla nostra vendetta.
SHADOW OF THE BEAST: LONGPLAY
COMMENTO: Shadow of the Beast per me è come un complesso rompicapo, uno di quelli che ti costringe a portare la mano al mento per accarezzare la folta barba in segno di concentrazione, assumendo quella posa tanto cara ai dotti d'epoche passate. In molti lo hanno battezzato come uno dei giochi di maggiore spessore degli ultimi anni 80, lodandolo come "uno dei gioielli della corona"(cit. Mark Langshaw per Digital Spy) sin dalla sua neonata apparizione per Amiga, assegnandogli votazioni lusinghiere e latrici di promesse che in molti casi si sono rivelate mantenute, ma che in altri non hanno mancato di suscitare aspri dibattiti tra gamers di ogni genere.
Audio e Video ai massimi livelli: parallasse gestito magistralmente e brani polifonici erano in grado di incantare chiunque per la bontà della loro fattura (a quel tempo, naturalmente). Ma la realtà dei fatti poteva sembrare diversa da quanto occhi e orecchie incoraggiassero a credere e, ad alcuni, risultava assolutamente disomogenea dall'immagine di un titolo che macinava "numeroni" ad ogni recensione. Il gioco in se riscuoteva un discreto successo ma poteva apparire carente nel coinvolgimento e caricato di un peso non indifferente, quello della difficoltà, capace di spezzare l'animo dei giocatori manchevoli di tenacia. In atri termini, una produzione che non faceva dell'accessibilità il proprio cavallo di battaglia, problema del quale era possibile avere ragione solo con pratica e buone dosi di pazienza, concentrazione e spirito d'osservazione.
Shadow of the Beast, nei fatti, non era un normale platform a scorrimento orizzontale come potevano esserlo Super Mario Bros o Sonic The Hedgehog, ma si presentava al pubblico come un titolo capace di unire al concetto di arcano, la necessità di esplorare ampie sezioni labirintiche e il saper usare la forza quando necessario. Così descritta sembrerebbe un'avventura come tante altre, non fosse che per ognuna di queste fasi era necessaria una perizia fuori dal comune, probabilmente simile a quella di un'operazione chirurgica ad alto rischio: era facile entrare in collisione con creature di vario genere, subire dei danni da caduta o a causa di trappole nascoste, sentirsi costretti a lunghe ed estenuanti sessioni esplorative. Non stupisce quindi che in molti avessero deciso di abbandonare il gioco senza averne visto che una piccola parte, forse esasperati dalla difficoltà che lo permeava.
Dopo questo amplissimo preambolo, viene da chiedersi che cosa ci si dovrebbe aspettare dalla conversione del suddetto titolo su Atari Lynx, anche perchè del titolo originale, è chiaro come il sole che della grafica d'avanguardia osservata sull'ammiraglia Commodore, non si sarebbe potuto trovarne traccia. Eppure, a dispetto di quanto detto finora, quella per Lynx può essere definita come una delle più azzeccate conversioni del titolo originale: 12 livelli di ottima grafica in parallasse, un frame rate davvero degno di nota, oltre un centinaio di mostri differenti, 200 effetti sonori e circa 30 minuti di musiche originali. Shadow of the Beast per Lynx può essere definito, ancora oggi, come un lavoro di inequivocabile valore.
Naturalmente, il livello di difficoltà che ha finito per frustrare molti possessori del titolo pubblicato da Psygnosys fa sentire la sua presenza anche in questa versione portatile. Ma, nel caso specifico, si dovrebbe notare come lo sviluppo abbia tentato di smussarne in una certa misura i tratti peggiori, attribuendo al titolo un meno ostico grado di difficoltà. Nonostante questo però, Shadow of the Beast per Lynx rimane un titolo complesso, affamato di abilità e tempismo, qualità che purtroppo non tutti possediamo. Coloro che risulteranno carenti di tali attributi probabilmente relegheranno presto questo gioco in un angolo polveroso dei loro angusti scantinati.
Chissà .... forse vale il detto "o lo si odia o lo si ama", che è un po' come dire che il gradimento dipende dai nostri gusti personali. In quanto a me, faccio parte di quella schiera di gamers che ancora non ha capito come assaggiare Shadow of the Beast, pur percependone le potenzialità, non riesco a condannarlo ne a considerarlo come il capolavoro che molti hanno descritto, e nonostante io non sia ancora riuscito a giungere al suo completamento, dubito che la mia idea su di esso potrà cambiare.
Ottima grafica 2D con parallasse a scorrimento multilivello, il tutto condito con un ottimo framerate.
Difficile da padroneggiare ma altrettanto complesso da approcciare. Per molti splendido e attraente, per altri snervante e poco coinvolgente.
Lunghe e soddisfacenti musiche di sottofondo, unite a una quantità elevatissima di effetti sonori. Un lavoro eccellente.
Completare SOTB è un'impresa di difficile realizzazione. Se davvero vorrete portarla a termine vi aspettano numerose ore di gioco. Una volta finito però, ricordarlo sarà sufficiente, ve lo assicuro.
VOTO FINALE
7,5
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