BACK TO LYNX'S GAME SELECTION
CALIFORNIA GAMES
California Games è un videogioco sportivo pubblicato dalla Epyx nel 1987 per numerose console. Sulla scia dei popolari Summer Games e Winter Games, questo videogioco consiste in una serie di sfide in alcuni sport ritenuti popolari in California come skateboarding, footbag freestyle, surf, pattinaggio, frisbee e BMX. Il gioco ebbe un ottimo successo, diventando uno dei più venduti all'epoca ed ottenendo buone recensioni. Nel 1992 fu prodotto un sequel intitolato California Games II, che però non ebbe la stessa accoglienza del primo titolo della serie.
GAMEPLAY
California Games non dispone di una trama, come quasi tutti i giochi che si occupano di discipline sportive. Non resta quindi che occuparsi di descrivere l'esperienza di gioco nella sua interezza parlando degli sport che il titolo mette a disposizione.
Riusciremo a restare in sella alla nostra BMX ?
|
Il primo tra questi è quello della BMX, un bicicletta grazie alla quale dovremo cercare di compiere evoluzioni lungo un percorso ad ostacoli e in un tempo limite. Ogni salto o piroetta che eseguiremo, atterrando correttamente sulle due ruote, ci permetterà di guadagnare punti preziosi. Ma attenzione, andare contro uno degli ostacoli ci farà cadere dalla bici, costringendoci a perdere tempo e punti importanti, cosa tutt'altro che irrilevante, visto che il fine di ogni disciplina, questa compresa quindi, è quella di racimolare più punti possibili prima della fine del tempo o del traguardo.
Un piccolo salto di riscaldamento
|
Il surf ci porterà, com'è facile immaginare, alla ricerca dell'onda giusta per compiere dei salti mortali. Anche in questo caso, come sulle due ruote, ogni salto correttamente eseguito riportando il surf sul giusto assetto, ci permetterà di ottenere un certo quantitativo di punti. Maggiore sarà il numero di evoluzioni con un singolo salto, più alto sarà il punteggio ottenuto con esso. Il tempo sarà tiranno, non potremo piroettare in eterno, dovremo cercare di fare del nostro meglio entro 90 secondi ma con un limite: se sbaglieremo 3 volte, tempo o no, la gara si concluderà.
Prendiamo il maggior slancio possibile
|
L'uso dello Skateboard ci permetterà di accedere alla famosa "Half-pipe", chiamata così per la sua forma a mezzaluna. In questa rampa dovremo cercare di guadagnare velocità a tutti i costi per produrci in salti acrobatici una volta giunti in prossimità dei bordi superiori, più facile a dirsi che a farsi. I movimenti sullo skateboard necessitano di un timing pressochè perfetto se non vogliamo cadere dalla nostra tavola, indipendentemente dal tempo concessoci potremo permetterci solo 3 errori.
Non sono mai stato un granchè nel palleggio
|
Infine, l'ultima disciplina non ha bisogno di particolari presentazioni o chiarimenti. Dovremo cercare con ogni mezzo di effettuare con una palla il maggior numero di palleggi consecutivi sfruttando testa, gambe o piedi, impedendo allo stesso tempo che la sfera tocchi il suolo. In questa disciplina, oltre al tempo, non avremo impedimenti legati agli errori; se la palla cadesse dovremmo solo ricominciare a palleggiare. L'unico elemento di disturbo è rappresentato da un gabbiano, i cui passaggi radenti rischiano di colpire al volo la palla che tanto faticosamente stiamo cercando di gestire, facendogli assumere traiettorie imprevedibili.
Il titolo in se non ha una fine, l'unico scopo è di prodursi nel maggior numero di punti in ogni disciplina. Può essere giocato in modalità singola ma anche in multiplayer simultaneo. Alla fine di ogni sessione è possibile vedere i 3 punteggi migliori ottenuti in ogni attività. E' un peccato però che tali punteggi non possano essere conservati e vengano resettati ogni volta che la console viene spenta.
CALIFORNIA GAMES: LONGPLAY
COMMENTO: Erano i primi anni 90' e le mie giornate trascorrevano serene tra scuola, sport, amici e Game Boy. La console portatile della Nintendo era da poco uscita e non passava giorno che non la accendessi per immergermi nel mondo in bianco e nero di Castlevania, o di Mario, giusto per citare alcuni titoli di successo. Ero soddisfatto del mio acquisto e tutto avrei pensato tranne che un giorno avrei potuto decidere di dare via il mio piccolo compagno di gioco elettronico.
Un pomeriggio d'estate tutto è cambiato. Mi allenavo correndo insieme ad un amico del centro universitario sportivo (CUS), lungo il viale principale della mia città. Facevamo molti chilometri ogni settimana e ci piaceva l'idea di attraversare strade popolate, il rumore della vita in un certo senso aiutava a distrarsi e a non pensare alla fatica.
La strada percorsa era quasi sempre la stessa, probabilmente per un prosaico senso dei familiarità tipico dei riti ripetuti con molta frequenza. Ad una certa altezza del viale c'era un negozio di giocattoli piuttosto grande. Dall'esterno non avrei saputo dire se vendesse anche videogames, anche perchè da ciò che vedevo esposto all'esterno dalla porta di ingresso tutto faceva presupporre che si trattasse di articoli per bambini, perciò non avevo mai deciso di curiosare all'interno.
Ma quel giorno, passando come altre volte di fronte all'ingresso del negozio, avevo notato un ragazzo della mia età con in mano un Game Boy. A quel punto, incuriosito, ho chiesto al mio compagno di allenamento se gli dispiaceva fare una pausa affinchè entrassi per dare un'occhiata. Possibile che vendesse anche videogames ?
Spinsi la porta dell'unico ingresso, il negozio non aveva vetrine, pertanto non era possibile curiosare da fuori. Una volta entrato cercai all'interno nella speranza di trovare un piano o uno scaffale dove erano riposti i giochi per Game Boy. Avevo qualche soldo da parte e pensai che un nuovo gioco da provare non mi sarebbe affatto dispiaciuto.
Non ci misi molto a trovarli, la caratteristica forma quadrata delle scatole dei giochi per la console Nintendo faceva bella mostra di se su un ripiano alla sinistra, poco dopo l'ingresso, ma non fu quello che mi fece rimanere di stucco. A fianco ai giochi per Game Boy vi erano altre scatole. La loro forma, il loro colore e le scritte sui lati facevano pensare che si trattasse di cartucce di un'altra console, che certamente non conoscevo.
Ne presi una per capire, si trattava di Rygar, un gioco che avevo già visto in versione coin-op. La parte posteriore della confezione mostrava due immagini del gioco a colori: la grafica non era quella della sala giochi, ma pur se giovane e inesperto sapevo cosa era una conversione e immaginavo che non fosse possibile replicare il capolavoro della Tecmo su una console portatile per quanto potente, o almeno non ancora. Di conversioni ve ne erano anche su Game Boy, ma era facile capire come quella console, della quale ancora non conoscevo il nome, avesse caratteristiche tecniche certamente superiori al gioiello di casa Nintendo.
Girai la scatola e vidi la sigla riportata sopra il nome del titolo: Atari Lynx.
"Atari ? E' la stessa casa che ha prodotto il mio vecchissimo Atari 2600", pensai, doveva essere una console.
Mi avvicinai al bancone del negoziante e chiesi: "Scusi, ma cos'è il Lynx ?". Lui sorridente si abbassò per raccogliere una scatola di forma rettangolare, con la stessa sigla riportata sulla parte superiore. Quando la mise sul bancone disse: "Questo!".
Ecco, adesso immaginate la mia espressione ........ non ci siete riusciti vero ? Beh, se può consolarvi non riesco ad immaginarmela nemmeno io. L'unica cosa che posso dirvi è che da quel momento qualcosa cambiò; alcuni mesi dopo avevo dato via il mio affezionato Game Boy per un Atari Lynx.
Il primo gioco che provai, nemmeno a farlo apposta, fu proprio California Games con le sue 4 discipline sportive: Surf, Bmx, Halfpipe e Footbag. Di queste ho molto apprezzato le prime due.
La grafica del titolo era appagante, del resto non si era mai visto niente del genere su console portatile, mentre le musiche di sottofondo e gli effetti sonori accompagnavano con spensieratezza l'esperienza di gioco, che per inciso ritengo essere una delle migliori, se paragonata ad altre disastrose conversioni. Certo, ben presto ci si accorge che California Games non ha la bontà grafica di un "Toki" o di "Blue Lightning", e nemmeno la loro profondità, ma ai tempi in cui California Games faceva il proprio debutto su Atari Lynx, tanto bastava a procurare piacevoli sensazioni. Perchè non godersele ?
California Games, metaforicamente parlando, poteva quindi essere considerato come una sorta di entrée a titoli ben più blasonati, un'anteprima delle possibilità che il Lynx poteva mettere a disposizione dell'utenza, una nuova prospettiva dalle invitanti promesse.
La fluidità del titolo era degna di conversioni su macchine più prestanti, sebbene qualche ciclo addizionale e potenti processori dedicati favorissero nettamente l'impatto grafico che era possibile avere su queste ultime, non serviva certo avere un Mega Drive di fianco per ammettere come la mitica console Sega avesse graficamente una marcia in più. Il lynx però, con i suoi 16.320 pixel, non mancava di stupire portando sul piccolo schermo di cui è dotato sprite ben definiti e scenari di buona fattura, tutto ciò che serve per divertirsi cimentandosi in alcuni degli sport più popolari in California.
Inoltre il titolo sviluppato da Epyx acquistava maggiore valore se giocato in multiplayer, possibilità della quale il Lynx era provvisto, grazie al cavo Comlynx. Le sessioni di gioco in simultanea, in special modo nella disciplina del Surf, erano un vero e proprio terreno di sfida tra passaggi esilaranti e momenti di pura soddisfazione. Alla Epyx saranno stati fieri dei risultati sulla loro creatura portatile, voi che ne dite ?
Quanto di meglio si poteva sperare di vedere nel 1990 su una console portatile. Epyx non sforna un capolavoro, ma un'ottima anteprima di ciò che sarà.
Alti e bassi. Alcune discipline risultano acessibili e divertenti, altre soffrono di ripetitività o risultano ostiche.
Spensieratezza fatta musica ed effetti sonori ben realizzati.
A distanza di molti anni California Games risulta ancora un'applicazione stuzzicante e capace di divertire.
VOTO FINALE
6,5
BACK TO LYNX'S GAME SELECTION