BACK TO LYNX'S GAME SELECTION
ELECTROCOP
Electrocop è un videogame del 1989 sviluppato da Epyx e pubblicato da Atari. E' stato uno dei primi giochi sviluppati per Atari Lynx, tanto da accompagnarne il lancio. Un rumor piuttosto insistente di quegli anni affermava che Electrocop fosse stato inizialmente sviluppato come il sequel di Impossibile Mission.
TRAMA
In Electrocop dovremo vestire i panni di un droide sviluppato dalla società Megacorp. Come unici della propria specie, siamo stati programmati dal nostro creatore per difendere instancabilmente l'interesse pubblico. Ed è per questo che siamo stati convocati a fronte di una delicata crisi: la figlia del presidente è miseriosamente scomparsa, e si crede che sia stata rapita.
L'intelligenza artificiale della Megacorp indica che potrebbe essere in un magazzino abbandonato, tenuta prigioniera da una nuova creazione robotica chiamata "Criminal Brain". E quel che è peggio, il luogo è stato riempito di trappole, armi e porte di sicurezza sigillate.
La Megacorp crede che soltanto noi, grazie alla nostra inflessibile lealtà e alle nostre superiori capacità possiamo fare breccia nella fortezza e riuscire a salvare l'importante ostaggio. Ma il tempo non sarà dalla nostra parte, avremo soltanto un'ora per cercare la fortezza, superare i pericoli che si trovano all'interno e confrontarci con la misteriosa entità definita "Criminal Brain" per trovare la verità che si nasconde dietro gli strani avvenimenti.
GAMEPLAY
Electrocop è un gioco d'azione rappresentato in 3 dimensioni dove ogni livello è in realtà un labirinto con droni da distruggere, trappole da evitare e uscite da trovare. Il concetto di tridimensionalità è reso possibile grazie al movimento del protagonista, che oltre ad andare a destra o sinistra, potrà procedere lungo l'asse della profondità.
Inizialmente il protagonista sarà equipaggiato esclusivamente con una pistola laser ma durante l'esplorazione potrà accedere ad armamentari di maggiore spessore; alcuni corridoi contengono infatti degli alloggiamenti dove sono stipate armi di potenza superiore, che potranno essere sfruttate per colpire pesantemente i nemici.
Un drone nemico esplode a pochi passi da noi
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Oltre a questo, nei passaggi sarà possibile trovare dei terminali, solitamente dislocati al fianco delle porte di sicurezza sigillate. Ed è qui, vicino a questi portali di accesso, che potremo decifrare il codice necessario ad aprire la porta, curare le proprie ferite, riparare i danni delle armi e giocare ad alcuni semplici giochi per ingannare il tempo mentre il codice viene rintracciato.
Il laser che usiamo è impressionante: 3 fasci di puro dolore. Peccato che stiamo per posare il piede su una zona elettrificata
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Il gameplay di Electrocop ha poco altro da raccontare, anche perchè non vi è alcuna randomicità nella costruzione dei livelli, che quindi risultano purtroppo sempre uguali. Superata una porta, grazie al codice necessario, dovremo aprirci la strada verso la porta successiva, cercando di evitare di farci uccidere dalle numerose insidie presenti nei corridoi.
Raccogliamo una nuova arma dal vano di fronte a noi
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Il tempo a disposizione per portare a termine l'impresa consiste in un'ora, superata la quale avremo fallito e l'avventura terminerà. L'avanzamento dei livelli non è lineare, questo perchè in ognuno di essi possono esserci più uscite ed è quindi possibile procedere a salti, talvolta anche di molti livelli, per poi tornare indietro ai precedenti, secondo quello che può dare l'idea di essere un percorso molto intricato. I livelli totali sono 12, e sarà necessario muoversi attraverso essi per riuscire a raggiungere l'obiettivo di salvare l'importante ostaggio. Ma è davvero tutto come sembra ? Chissà.
ELECTROCOP: LONGPLAY
COMMENTO: Ecco un'altro dei 4 titoli di lancio dell'Atari Lynx: Electrocop, il Robocop visto attraverso gli occhi di una multinazionale (virtuale) chiamata Megacorp. Ironia a parte, non ritengo vi sia alcuna attinenza tra il film di Paul Verhoeven e l'ennesima produzione di Epyx, nonostante il successo cinematografico del 1987 fosse di poco antecedente alla data in cui Lynx giunse sul mercato. Ma se è vero che quella di Robocop è soltanto una mia battuta, qualcosa di vero sembra invece esserci alla base del rumor che vorrebbe Electrocop quale seguito dell'immortale Impossible Mission, vecchia gloria del Commodore 64, al quale sembra che la produzione Epyx si fosse ampiamente ispirata. La voce però non è mai stata confermata, anzi, sembra che a seguito di una domanda diretta, lo stesso Greg Omi abbia blaterato qualcosa del tipo: 'Non ricordo se Electrocop dovesse essere o no il sequel di Impossible Mission'. Spettacolo ! Simili risposte sarebbero capaci di far cadere i denti a Bruce (squalo meccanico dell'immportale capolavoro cinematografico).
Ma concentriamoci su qualcosa di meno forte delle battute del team di sviluppo Epyx e analizziamo Electrocop per ciò che ha da offrire. Il poliziotto androide protagonista dell'intera faccenda fa davvero una gran bella figura sul piccolo schermo di casa Atari: per essere un titolo di lancio, può contare su un livello grafico apprezzabile e su un comparto musicale di buon livello. E' un gioco piuttosto inconsueto, tecnicamente impressionante, i livelli sono costruiti in maniera consona alla trama e la sua originalità sta nel modo in cui l'esplorazione dei livelli viene condotta dal protagonista. Si tratta di un labirinth game con visuale in terza persona, uno schema che risulta di difficile applicazione quando la prospettiva di osservazione non si trova almeno a 45° rispetto al piano di movimento del protagonista, come per altro accade nella quasi totalità dei giochi di esplorazione, anche recenti.
I primi problemi li riscontriamo quasi subito. Il personaggio principale, per dirne una, è molto grande rispetto all'area visualizzata, e si muove piuttosto velocemente. Questo fa si che sia facile scontrarsi con un pericolo prima ancora di poterlo vedere. L'unica soluzione percorribile per ovviare al problema è quella di continuare a sparare mentre ci si muove, ma non sempre tale precauzione funziona, specie quando il pericolo non è rappresentato da un droide in movimento quanto piuttosto da una trappola.
Continuare a sparare per tutta la durata dell'avventura può risultare divertente, ma alla lunga questo dettaglio rende Electrocop quasi un "corri e spara" alla ricerca di una delle tante porte che ci daranno accesso ai successivi livelli; una meccanica ripetitiva che non da spazio a strategie di alcun genere. Non importa quale sia il nemico da affontare, l'unica cosa che conta è colpirlo prima che ci arrivi addosso. Ricordo che anche "Asteroids" aveva una meccanica simile, ma almeno Ed Logg e Lyle Rains avevano avuto il buon cuore di non rendere la navicella grossa un terzo dell'area di gioco ! O_o
Non vorrei sminuire con arroganza il lavoro di Greg Omi, ma ritengo che una meccanica di gioco così sempliciotta non abbia consentito al titolo Epyx di invecchiare bene. Quanto bisogna fare è esplorare livelli molto spesso simili tra loro al fine di trovare una porta, evitando trappole e mostri che non sempre si riesce a vedere con ragionevole anticipo. Tutto ciò causa un drastico abbassamento della longevità del titolo e condece con una certa facilità, anche a giocatori non proprio esperti, la possibilità di memorizzare la strada per raggiungere l'obiettivo.
Insomma pur mantenendo un pizzico di originalità e mostrando un buon binomio audio/video, Electrocop non è quello che definiremmo un classico intramontabile, almeno secondo il parere di chi scrive. Probabilmente il titolo necessitava di una maggiore componente variabile e di una più ampia visuale d'azione, questo per permettere a qualsiasi giocatore di valutare meglio le proprie mosse, e di trovare più interessante l'esperienza di gioco, che per inciso, avrebbe potuto trarre giovamento dall'inclusione di boss.
Ottima dimostrazione delle potenzialità del Lynx, nonostante si tratti di un titolo di lancio il comparto grafico di Electrocop risulta ammirevole.
Il Gameplay di Electrocop non decolla. Tutto ciò che dovremo fare è cercare la prossima porta da aprire e poco altro.
Tralasciando gli orribili intermezzi musicali innescati dall'uso dei terminali, Electrocop sfoggia effetti sonori e una musica di sottofondo piacevoli.
La longevità del titolo è pesantemente limitata dal gameplay piatto. Il titolo non sopravvive al suo completamento, raggiungendo presto lo scaffale e la polvere.
VOTO FINALE
5
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