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SPLATTERHOUSE
Splatterhouse è un videogioco arcade del genere picchiaduro a scorrimento orizzontale prodotto e sviluppato nel 1988 dalla Namco. Il titolo è caratterizzato da una notevole violenza grafica, ispirata ai film splatter, tanto da essere distribuito per TurboGrafx-16 (PC-Engine) con un disclaimer che avvertiva gli acquirenti del contenuto horror del videogioco.
TRAMA
Rick Taylor e la sua fidanzata Jennifer Wills, due studenti di parapsicologia, decidono di visitare la casa del Dottor West, uno famoso studioso del loro campo che si dice sia scomparso misteriosamente alcuni anni prima. Gli abitanti del luogo chiamano la casa "Splatterhouse" a causa delle insistenti voci secondo le quali il Dottore sia in realtà dedito ad orribili esperimenti.
Lungo la strada che porta all'abitazione un forte temporale coglie impreparata la coppia costringendola a riparare nell'edificio abbandonato.
I due hanno giusto il tempo di osservare nella penombra pochi impolverati oggetti disposti sul mobilio interno, perchè pochi secondi dopo aver varcato la soglia di ingresso, la stessa si chiude alle loro spalle gettandoli in un incubo terrificante.
La parte conclusiva del primo livello, carne sanguinolenta infestata da vermi.
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In pochi istanti Jennifer è trascinata via da entità mostruose, mentre il suo fidanzato viene fatto a pezzi in pochi istanti. E mentre l'oscurità viene disturbata dai fulmini di una tempesta incessante, l'urlo della ragazza e l'unica cosa che riecheggia all'interno delle mura della casa maledetta.
Poco dopo Rick si ridesta. Avrebbe dovuto essere morto, ma presto realizza di avere il volto coperto da una maschera, la stessa che crede di aver intravisto esposta al suo ingresso nella casa. Un artefatto proveniente dalla civiltà Maya, un oggetto del quale ricorda di aver letto in alcuni dei deliranti appunti del Dottor West e che, stando ai racconti di quest'ultimo, era dotata di poteri occulti. Al ragazzo non resta quindi che sfruttare l'artefatto se vuole affrontare l'orrore che si cela nell'abitazione abbandonata e strappare Jennifer dalle mani dei demoni che la abitano.
GAMEPLAY
Splatterhouse per PC-Engine è senza dubbio alcuno una conversione piuttosto fedele dell'omonimo arcade da sala giochi. Tutto (o quasi) quello che ricorderete dell'esperienza su cabinato è stato diligentemente trasportato sulla console NEC al fine di riflettere, nel miglior modo possibile, tutto ciò che rappresenta la vera forza del titolo.
Una breve comparazione tra l'introduzione di Splatterhouse su PC-Engine e ..
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Rick, protagonista di questo incubo, può compiere tutte le azioni standard che poteva eseguire nell'avventura originale: può avanzare, ma anche tornare indietro (limitatamente all'area di gioco visibile), saltare, colpire con pugni e calci sia da fermo che accovacciato o addirittura in salto. Inoltre può fare uso di quasi tutte le armi che l'arcade ci metteva a disposizione del giocatore: bastoni, mannaie, fucili a pompa, sassi, arpioni e chiavi inglesi. Le uniche defezioni sono rappresentate dalla mannaia con la quale Rick decapitava i nemici nel primo livello e dall'accetta nel quarto, necessaria a distruggere la croce rovesciata e sostituita da una comune mannaia dall'aspetto più vissuto.
L'interfaccia di gioco è anch'essa rimasta immutata durante la conversione: in alto e in basso è possibile osservare due aree rettangolari, lunghe quanto la zona di azione. In alto vengono mostrati il punteggio e un numero di maschere corrispondenti al numero di vite rimanenti (vite extra vengono aggiunte raggiungendo una quota punti di 30.000 e 70.000). Mentre in basso è possibile vedere l'eventuale arma che Rick sta impugnando e un numero di cuori rappresentati in maniera anatomica, i quali indicano il numero di colpi che il protagonista può subire prima di perdere una vita. Su PC-Engine i cuori a disposizione di Rick per ogni vita sono cinque, a differenza dei quattro concessi in sala giochi, mentre rimane immutata la possibilità di rigenerarne uno al termine di ogni livello, fino ad un massimo di cinque cuori disponibili.
.. la bellissima versione Arcade entrata nella storia e nella memoria di molti videogamer.
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Combattere a mani nude può costringere il giocatore a colpire una creatura più volte prima di metterla fuori combattimento, mentre usando una qualsiasi arma, sarà sufficiente un singolo colpo per avere ragione di ogni nemico. Ragionamento ,quest'ultimo, che non viene per ovvie ragioni applicato ai boss di fine livello, i quali mantengono ogni loro proprietà anche dopo la conversione, sia per ciò che concerne le abilità e le dinamiche di combattimento, sia per l'aspetto puramente estetico e quindi meno importante ai fini del gameplay stesso.
I livelli da superare prima di poter giungere alla fine di questa avventura sono sette, e ognuno di essi è replicato fedelmente, al netto di qualche lieve differenza qua e la, da attribuire probabilmente alle attività censorie. Potremmo far notare per esempio come sconfiggendo il mostro del sesto livello, il cuore malvagio della casa che esplode alla propria morte, non rilasci tutto intorno a se la propria linfa corrosiva, nel tentativo di colpire chi vi si trovasse troppo vicino. O ancora come nel primo livello non sia possibile trovare la mannaia in grado di decapitare i mostri nemici con un colpo, che tanto ha traumatizzato gli impressionabili videogiocatori del tardo novecento.
La stanza delle torture, un inferno pieno di sofferenza e morte nel secondo livello.
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Ma forse le differenze maggiori che il titolo convertito presenta rispetto all'arcade risiedono in una sfera completamente diversa da quella del gameplay. Se infatti si tende a dimenticare le lievi difformità dovute alle dinamiche di gioco già descritte, assaporando quello che è un prodotto tecnicamente e graficamente eccelso, ciò che certamente balza subito all'occhio (e in questo caso all'orecchio) è la mancanza di alcuni effetti sonori e di una base musicale. No, purtroppo su PC-Engine non sarà possibile ascoltare il tanto agghiacciante urlo di Jennifer, lo stesso che era presente nell'introduzione (purtroppo un po' ridimensionata dalla conversione) e alla conclusione del quarto capitolo dell'avventura da sala giochi, così come del tutto mancante è il brano che accompagna la terza sezione, quella in cui Rick affronta una tempesta, passando nel bel mezzo di una foresta popolata di insidie e mostri usciti da ogni sorta di incubo.
Nella terza frazione di gioco dovremo passare ad un'altra ala della casa e uscire all'esterno.
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SPLATTERHOUSE: LONGPLAY
COMMENTO: Splatterhouse è certamente uno dei titoli che più ho amato durante la mia adolescenza da videogamer. Ma vederlo su PC-Engine GT, in veste di conversione, mi aveva fatto storcere il naso non poco per la paura di ritrovare un capolavoro degli anni 80 distrutto da censura e limitazioni di sorta. L'idea di avere uno gioco, che per piacere al pubblico basava molte delle proprie risorse sull'atmosfera che sapeva trasmettere, privato di quest'ultima, a causa delle scarse possibilità offerte da una console portatile, mi rendeva perplesso.
E poi c'era la censura. Quanto di ciò che ricordavo in sala giochi sarebbe sopravvissuto al netto di una pubblicazione su una console portatile, che poteva essere destinata a ragazzini di tutte le età ? Insomma sapevo che, in un modo o nell'altro, il gioco rischiava di essere snaturato perdendo molto di quell'atmosfera che lo rendeva così affascinante.
Ammetto quindi di non aver nutrito illusioni nell'attimo in cui ebbi la possibilità di provarlo su PC-Engine GT, pur avendo la speranza che qualcosa si fosse salvato. Ebbene, almeno in questo caso, posso confermare che le mie sensazioni erano completamente sbagliate. Splatterhouse su PC-Engine non solo è un'ottima conversione ma lo è a tal punto da riuscire a non far rimpiangere il gioco originale, trasportando con se molti di quegli elementi che ne hanno determinato il successo.
E' stupefacente vedere come il titolo sia stato convertito mantenendo l'aspetto originale di personaggi, mostri e livelli. Mentre i brani musicali, eccetto qualche defezione, sono così somiglianti da dare il loro pieno contributo nel mantenimento dell'esperienza di gioco. Nel dettaglio mi è un po' spiaciuto non poter ascoltare anche il sottofondo musicale della foresta, ma visto il minuzioso lavoro di conversione, sono favorevole a credere che per queste estromissioni vi siano stati dei motivi oggettivi, anche se è difficile per me indovinarli su du piedi.
L'azione è frenetica, non vi sono tempi morti, e i movimenti di Rick, e dei suoi avversari, sono fluidi come nel Coin-op, il che contribuisce a dare l'impressione di potersi cimentare con soddisfazione nella medesima avventura che nel 1988 ha scosso le menti dei tanti gamer impreparati a questo horror game.
Si è vero, rimane ancora da discutere la questione della censura sulla versione per Turboexpress, il Pc-Engine americano. Beh, se avete letto fin qui, sono certo che già conoscete il mio pensiero. La completa sparizione di ogni simbolo religioso e la modifica della maschera potranno essere sembrati necessari a quell'epoca, ma oggi, visto l'uso indiscriminato e indecente che si fa di ogni simbolo, persino attraverso strumenti accessibili a tutti come la televisione, convengo che la cosa abbia contribuito solo a rovinare la conversione per il pubblico statunitense. E' solo il mio parere, ma ritengo che in tal senso i nipponici siano stati assai più lungimiranti.
Non siamo in presenza del Coin-Op, questo è chiaro, ma l'aspetto grafico mantenuto in questa conversione è stupefacente.
E' Splatterhouse e, se avete giocato l'originale, converrete con me che la giocabilità è rimasta intatta.
Mancano alcuni effetti sonori e qualche base musicale. Ottimo il resto.
La longevità è normalmente ridotta per titoli senza elementi randomici. Ma l'atmosfera che caratterizza splatterhouse è unica anche quando rigiocata.
VOTO FINALE
8,5
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