PC ENGINE GT
Il PC Engine GT (versione giapponese) o TurboExpress (versione statunitense) è una console portatile prodotta dalla NEC nel tardo 1990. Derivata dalla console da tavolo PC Engine, ne possiede la stessa tecnologia interna e ne esegue gli stessi giochi, su un piccolo schermo LCD a colori. Ai suoi tempi era tecnologicamente molto avanzata, sebbene consumasse rapidamente le batterie.
Rispetto alla concorrenza, la console era ottima dal punto di vista della portatilità, per le piccole dimensioni sia dell'apparecchio sia delle cartucce HuCard, ma era anche molto costosa, ad esempio negli USA costava inizialmente 349$.
Nonostante il design accattivante, la grande potenza e l'enorme libreria di giochi (ereditata dal PC Engine), la console non fu un grosso successo commerciale. In compenso ha un posto di rilievo nella storia del videogioco portatile, in quanto a differenza della concorrenza puntò sulla massima qualità anziché sull'economicità. Solo molti anni dopo si fece qualcosa di simile con la PlayStation Portable, che cercava di offrire un'esperienza di poco inferiore alla PlayStation 2 da tavolo.
CARATTERISTICHE
Console portatile molto avanzata per i tempi, è in grado di eseguire i giochi del PC Engine memorizzati sulle cartucce HuCard, che per le loro ridotte dimensioni potevano essere agevolmente integrate in un dispositivo portatile. In uno schermo più piccolo di quello (monocromatico) del Game Boy, in risoluzione 400×270 pixel, con 512 colori (481 visibili contemporaneamente), la console è in grado di visualizzare 64 sprite in contemporanea, 16 per linea. La macchina è dotata di 8 kb di RAM e 64 kb di VRAM e di due CPU Hudson HuC6280 a 7,8 MHz in parallelo. Le batterie, sei pile stilo, hanno una durata di circa 3 ore di utilizzo, oppure era disponibile un alimentatore per collegarla alla rete elettrica.
In opzione si poteva acquistare TurboVision, un sintonizzatore per TV che trasforma la console in un piccolo televisore a colori portatile; la sigla GT sta infatti per "game & television". Il modulo include un ingresso video e audio RCA per utilizzare la console come monitor. Il TurboLink invece è un cavo che consente il collegamento con un'altra console per il gioco in multigiocatore, opzione sfruttata tra i primi da Bomberman. Altri accessori consentono il collegamento a videoregistratore, telecamera, presa accendisigari.
Un problema comune della console era la scarsa qualità dei condensatori che andavano facilmente in avaria, con conseguente indebolimento o perdita del sonoro.
Uno dei più blasonati titoli giocabili su Pc Engine GT: Legend Of Hero Tonma! |
La NEC lanciò successivamente una versione più stravagante della console, il PC Engine LT. Anch'esso equivale a un PC Engine, ma con portatilità più ridotta: con la forma che ricorda un computer portatile, ha uno schermo LCD più grande, da 4 pollici, e necessita del collegamento alla rete elettrica. Venne prodotto in piccole quantità.
I giochi utilizzabili sono esattamente gli stessi del PC Engine, ne uscirono quindi quasi 900. Il maggior limite pratico della console tuttavia era nelle piccole dimensioni dello schermo; sebbene fosse un ottimo schermo rispetto alla concorrenza portatile, non permetteva appieno di fruire dei piccoli dettagli grafici, come nel caso dei proiettili negli sparatutto frenetici.
STORIA
NEC, con la collaborazione di Hudson Soft (software house molto famosa sul territorio nipponico, la stessa che ha prodotto Bomberman per fare un esempio eloquente), era entrata prepotentemente nel mercato dei videogames rilasciando nel 198 il Pc-Engine e dando il via allo scontro tra console di quarta generazione.
Gli altri grandi del settore si erano già attrezzati per esplorare i gusti dell'utenza, proponendo device mobili: nel 1989 infatti, Nintendo aveva presentato al pubblico il proprio Game Boy e Atari aveva lanciato il Lynx, macchina affascinante già descritta su queste pagine.
Decidendo di abbracciare questo nuovo trend, a poco più di un anno dall'uscita della console casalinga, fece la sua comparsa il PC Engine GT.
Il PC Engine GT con il suo packaging originale. |
La dotazione tecnica era davvero di tutto rispetto per l'epoca e per alcuni versi innovativa, ma Il caso del Pc Engine GT fu emblematico di come, spesso, l'innovazione possa risultare scomoda se i tempi non sono maturi.
Lo schermo infatti non era immune ad imperfezioni di fabbricazione che causavano la presenza di pixel danneggiati, già nei momenti successivi alle fasi di fabbricazione. Così come, con fastidiosa frequenza, le unità sembravano soffrire di problemi dovuti a condensatori di scadente qualità, che necessitavano di essere sostituiti.
Le altre note dolenti, alcune comuni anche ad altri flop, erano i giochi e il prezzo.
Il parco titoli del Pc Engine poteva vantare un altissimo numero di sparatutto di eccezionale fattura, ma su altri versanti, quasi certamente non era in grado di assicurare una forte competitività sul costo finale per l'utente finale. La versione americana della console, il Turbo Express, aveva un costo di ben 349 dollari, un prezzo che ha certamente scoraggiato i più, e che ha finito per smorzare un interesse che poteva crescere maggiormente.
E fu un vero peccato perché il PC Engine GT, già negli anni 90, poteva disporre di caratteristiche uniche, tra le quali anche un avvenieristico Turbovision TV, un dispositivo ripreso anche dalla Sega per il suo Game Gear, che trasformava la console in una TV.
Il rarissimo Pc Engine LT, versione portatile del PC Engine, in coppia con il GT. |
Purtroppo questi elementi, unitamente ad una scarsa campagna pubblicitaria in Europa da parte di NEC, contribuirono alla scarsa diffusione della console portatile, per lo più giunta anche in Italia grazie a chi, in sparuti casi, sosteneva gli ingenti costi di importazione: ai tempi si poteva spendere anche 800.000 delle vecchie lire per accaparrarsi il PC Engine GT.
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