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KIKI KAI KAI
Kiki Kaikai (Il misterioso mondo dei fantasmi) è uno sparatutto sviluppato dalla Taito Corporation inizialmente per il mercato degli arcade giapponesi. Da quel momento il gioco ha ricevuto moltissime conversioni su console e home computer anche al di fuori del giappone, sia come titolo indipendente che come parte di compilations.
Il gioco ha ricevuto critiche piuttosto dure all'avvio. Gamespot ad esempio considerava la produzione Taito una delle più lente rispetto ai più noti Bubble Bobble e Double Dragon, mentre AllGame riteneva che grafica e composizione dei livelli non fossero ai livelli di molte produzioni del tempo.
TRAMA
Il gioco descrive le avventure di Sayo, una giovanissima sacerdotessa shintoista che vive in Giappone in epoca feudale. Una sera, mentre Sayo sta mantenendo in vita un fuoco cerimoniale, riceve la visita dei sette Dei della fortuna, i quali intendono metterla a conoscenza di un pericolo imminente. Ma immediatamente, un gruppo di goblin malvagi interviene e rapisce gli Dei, fuggendo verso una catena montuosa.
Sayo, determinata ad aiutare i suoi Dei, decide di affrontare un viaggio attraversando la propria terra, dove dovrà confrontarsi con un grande numero di strane creature della mitologia giapponese, inclusi Yokai (manifestazioni spiritiche inquietanti), Obake e mostri simili a Yurei (fantasmi vaganti).
GAMEPLAY
Kiki Kaikai è uno sparatutto multidirezionale, nel quale è richiesto al giocatore di superare alcuni livelli muovendosi nelle 4 direzioni principali e sconfiggendo pericolosi nemici i quali si avvicineranno a noi entrando nel nostro raggio visivo. Il protagonista impersonato è Sayo, una sacerdotessa shintoista dotata di poteri particolari che gli permettono di attaccare i nemici scagliando potenti pergamene in 8 diverse direzioni (lungo raggio), o agitando frontalmente una verga della purificazione (corto raggio).
Sayo è impegnata nel tentativo di ricacciare nell'aldilà un po' di fantasimi.
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Queste tecniche possono essere migliorate grazie al ritrovamento di speciali oggetti che vengono rilasciati dai nemici uccisi o possono essere ritrovati in particolari hot spot lampeggianti distribuiti sulla mappa e che miglioreranno la forza e il raggio dei colpi.
Sayo può subire dei danni entrando in contatto con i nemici o a causa di un colpo scagliato dalla distanza, ma basterà una sola di queste circostanze affinchè venga messa fuori gioco e, perdendo una vita, sia costretta a ricominciare da uno dei punti di salvataggio.
In alcuni momenti saremo costretti ad attraversare dei cimiteri.
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Alla fine di ogni scenario il giocatore sarà costretto a fronteggiare un potente boss di fine livello che richiederà diversi colpi per essere sconfitto e rappresenterà un livello di difficoltà maggiore rispetto alle orde di nemici più comuni.
Lungo il tragitto potremo ritrovare numerosi oggetti: alcuni verranno rilasciati dai mostri sconfitti, mentre per ottenerne altri sarà sufficiente utilizzare la verga della purificazione in prossimità di determinati altari, dotati di quello che sembra un fioco bagliore rosso. Si va da un potenziamento delle pergamene ad oggetti in grado di aumentare lo score personale o che ci permetteranno di compiere di ottenere poteri particolari come ad esempio un'invincibilità temporanea. L'accumulo di una certa quantità di punti è fondamentale se si vuole guadagnare qualche vita extra; l'avventura di Sayo è dura ed estenuante, ed è probabile che sia utile avere qualche chance in più.
Per un pelo ! Solo un passo ancora e finivamo polverizzati.
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Nella versione arcade, in caso di "Game Over", un contatore randomico selezionava 3 cifre con salti di 50 punti (100, 150, 200, etc. etc.), se le ultime tre cifre corrispondevano alle ultime 3 del punteggio del giocatore, si aveva diritto ad un partita gratis. Nella versione per PC-Engine GT tale sistema perde ovviamente di significato, ma è possibile usufruire di 2 continue per tentare di portare a termina l'avventura.
L'interfaccia di gioco è scevra da qualsiasi dettaglio che non riguardi il solo punteggio raggiunto. Il 100% della visuale di gioco è dedicata al campo di azione di Sayo e mancano quindi le due barre nere nella zona alta e bassa dello schermo dove venivano indicate, oltre al punteggio, informazioni sul record da battere, il numero di vite rimanenti, gli incantesimi disponibili e il livello raggiunto dal giocatore.
KIKI KAI KAI: LONGPLAY
COMMENTO: Se vi chiedessero che cosa è Kiki Kaikai, rispondete tranquillamente che si tratta di uno dei classici del passato. Uno sparatutto davvero originale (per il periodo) pregno di azione frenetica e piacevolmente calato in un'atmosfera, quella del regno degli spiriti giapponesi, che aggiunge oscurità e mistero ad un videogame che è annoverato tra i più emblematici del ventesimo secolo.
In effetti, Kiki Kaikai è stato uno dei titoli più divertenti che abbia mai giocato in sala giochi, e credetermi, è tutto dire. Non è un mistero che mi piacciano i giochi a sfondo horror o che trattano temi legati al soprannaturale, ma la produzione di Taito in realtà cattura per altri originalissimi dettagli che avrete certamente avuto modo di leggere nel Gameplay. Ma non è del coin-op che voglio parlare in questa sede, quanto piuttosto della sua conversione sulle console NEC.
Il porting di questa meraviglia su PC-Engine si presenta bene nonostante alcuni inevitabili compromessi legati all'adattamento al nuovo hardware. La grafica è mantenuta ad un buon livello, al punto che la differenza di dettaglio tende a diventare presto quasi impalpabile ad occhi non proprio esigenti. In alcuni tratti della mia esperienza di gioco ho potuto notare delle differenze nella struttura dei livelli ma di certo non ho storto il naso di fronte a quella che secondo me, per ciò che l'occhio pretende, è una conversione ben realizzata. Anche le colonne sonore non sono da meno, il motivetto originale che accompagna l'avventura di Sayo è mantenuto integralmente ed è di buona qualità. Sarebbe stato un peccato rovinare il caratteristico lavoro di Hisayoshi Ogura, per altro compositore di brani immortali come quelli di Darius e The Ninja Warriors.
Ahahahaha, Bellissimooooo !!!
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Forse l'unico aspetto veramente controverso di questo porting è dovuto alla difficoltà implicita del titolo e alle dannate dimensioni dello schermo del PC-Engine GT. Provate ad immaginare un titolo già complicato di per se, e uniteci un rimpicciolimento dell'area di gioco su uno schermo con diagonale di 2,36 pollici. In poche parole ? Un inferno. Kiki Kaikai non è un titolo facile da affrontare, mi è bastato provarlo alcune volte per comprendere quanto sia complicato evitare ogni genere di contatto nocivo (che come già detto, equivale alla perdita di una vita). In più vanno annoverate le doti balistiche di quasi tutti i nemici, i quali possiedono una certa perizia nel centrare l'obiettivo da lontano per mezzo di proiettili. Ora, pensate di rimpicciolire quei proiettili, vi assicuro che in certi frangenti è difficile persino vederli, almeno fino a che non vi raggiungono. Frustrante ? Altrochè.
Un'altra questione importante riguarda la monotonia. Qualcuno ha scritto che giocando Kiki Kaikai si ha l'inevitabile sensazione di ripetere sempre le stesse azioni e si finisca per annoiarsi. Bravi ! Bene ! Sarei curioso di sapere se sono gli stessi che dicono che "1942" era un capolavoro indiscusso (e lo è per carità), non fosse che fa proprio le stesse cose: buttarti addosso nemici tutti uguali, semplicemente da posizioni diverse. E per coloro che si stessero facendo venire la voglia di controbattere che tra i due sparatutto c'era un abisso temporale, attenti, perchè il divario era di soli 2 anni (1984 e 1986).
Kiki Kaikai è un titolo frenetico e coinvolgente, che difficilmente lascia spazio per pensare e che richiede una buona dose di riflessi e istinto.
In conclusione fa piacere avere Sayo-Chan anche su PC-Engine GT e, se devo giudicare il lavoro di conversione del titolo, non posso fare a meno di pensare che sia stato svolto con scrupolo e passione. Purtroppo però l'hardware sul quale poggia, in questo caso specifico, non si sposa con le reali necessità del gioco stesso, a causa di difficoltà oggettive messe in campo dalla dimensione dello schermo della console portatile.
Mantenuta ai livelli dell'originale Coin-Op.
Il PC-Engine GT non è la macchina adatta a giochi come Kiki Kaikai e si vede. Peccato, perchè diversamente la giocabilità sarebbe stata ottima.
Hisayoshi Ogura può essere soddisfatto, brani ed effetti sonori sono rimasti quasi completamente inalterati.
Kiki Kaikai è un titolo durevole e complicato da portare a termine ma la giocabilità compromessa del titolo stancherà presto anche i più stoici.
VOTO FINALE
6,5
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