AMIGA
Amiga è una famiglia di home/personal computer commercializzati dalla Commodore a partire dal 1985. La piattaforma informatica da cui derivarono fu originariamente sviluppata a partire dal 1982 dall'azienda Hi-Toro, che nel 1984 cambiò nome in Amiga Corporation; l'ideatore del progetto fu Jay Miner, che già aveva sviluppato i progetti dell'Atari 2600 e dei computer Atari ad 8 bit.
I computer hanno in comune un processore della serie Motorola 68k e diversi coprocessori dedicati alla gestione della grafica, del suono e delle risorse del sistema. L'azienda fu acquisita dalla Commodore nel tardo 1984; nel 1985 fu presentato il primo modello, l'Amiga 1000 (inizialmente solo Amiga). Nel 1987 uscì il modello di maggior successo, l'Amiga 500, seguito dall'Amiga 2000. A seguire furono presentati altri modelli che riscossero poco successo, come l'Amiga CD32, una versione del computer senza tastiera venduta come console per videogiochi. L'Amiga 4000T del 1994 rappresenta l'ultimo modello commercializzato dalla Commodore: in seguito al fallimento di quest'ultima, avvenuto nello stesso anno, i diritti sul marchio passarono attraverso diverse società.
STORIA
Nel 1980 Jay Miner, che lavorava all'Atari ed aveva già sviluppato i chipset della console Atari 2600 e dei computer Atari 400/800, propose alla dirigenza di utilizzare il Motorola 68000, un microprocessore da poco presentato da Motorola, per realizzare un nuovo computer. I vertici aziendali rifiutarono la proposta perché soddisfatti della piattaforma a 8 bit su cui erano basate le loro macchine e Miner, che non considerava giusta quella scelta, decise di abbandonare Atari, andando a lavorare presso la Zimast, una società produttrice di chip per pacemaker. Nel 1982 Miner fu contattato da Larry Kaplan, il quale gli confidò che non era soddisfatto di Activision e che stava cercando qualche finanziatore per avviare una nuova società per lo sviluppo di un nuovo sistema per videogiochi. Miner lo mise in contatto con il proprietario di Zimast, il quale lo presentò a degli investitori con cui instaurò delle trattative ed ottenne i fondi per avviare l'attività. L'accordo prevedeva che Miner progettasse i chip per la nuova macchina e che Zimast li producesse, mentre la nuova società di Kaplan si sarebbe occupata dello sviluppo dei giochi.
La nuova società fu fondata nel 1982 e fu chiamata Hi-Toro, stabilendone la sede a Santa Clara (California). Come presidente fu assunto David Shannon Morse. Poco dopo l'inizio delle attività della Hi-Toro Kaplan fu contattato da Nolan Bushnell per proporgli di tornare in Atari: Kaplan, che aveva ben presto perso interesse nella Hi-Toro per via del fatto che lo sviluppo della piattaforma non stesse evolvendo con la voluta celerità, decise di accettare l'offerta e lasciò l'azienda appena formata alla fine del 1982. A Miner, che ancora era alle dipendenze di Zimast, fu proposto da Morse di essere assunto dalla Hi-Toro e di prendere il posto occupato in precedenza da Kaplan, quello di vice-presidente e responsabile tecnico. Miner accettò a condizione che fossero esaudite due sue richieste: che il nuovo sistema da gioco usasse il 68000 e che esso fosse un computer.
IL PROTOTIPO "LORRAINE"
All'interno della Hi-Toro furono create due divisioni, una dedita allo sviluppo, produzione e commercializzazione di joystick e giochi per l'Atari 2600 ed una, più piccola, destinata allo sviluppo della nuova macchina da gioco: i guadagni prodotti dalla prima sarebbero stati usati per finanziare la seconda. Il sistema da gioco doveva essere, nei piani iniziali, dotato di un floppy disk da 5,25", di una tastiera e di un insieme di porte di espansione in stile PC IBM; come CPU il Motorola 68000, 128 KB di RAM e 64 KB di ROM. La società Hi-Toro iniziò a sviluppare un prototipo che fu denominato Lorraine, dal nome della moglie di David Morse. Lorraine riprendeva il concetto di un sistema basato su una CPU supportata da chip custom originariamente presentato da Miner nella console Atari 2600 e nei computer Atari ad 8 bit. Verso la fine del 1982 un altro fatto importante accadde alla Hi-Toro: la società decise di cambiare nome in Amiga Corporation, sia per differenziarsi dalla quasi omonima società giapponese Toro produttrice di tagliaerba sia perché Miner voleva un nome "amichevole" che distinguesse il computer dai concorrenti ed il termine Amiga, che in spagnolo significa "amica", faceva al caso.
Lo sviluppo di Amiga e del suo sistema operativo AmigaOS, necessario per coordinarne le potenzialità hardware, risale al 1983. In quell'anno però accadde un evento che segnò l'intero settore, la crisi dei videogiochi del 1983 che portò al fallimento diverse aziende operanti nel settore ed anche la stessa Atari, che aveva dominato il settore fino a quel momento con la sua 2600, accusò pesanti perdite. La neonata Amiga Corp., nonostante avesse differenziato i suoi affari, accusò il colpo e le vendite dei giochi e delle periferiche non riuscirono più a finanziare lo sviluppo del nuovo sistema da gioco. Per accelerare lo sviluppo di Lorraine, visto in quel periodo come unica speranza di salvezza per l'azienda, fu deciso di assumere nuovi impiegati: Bob Burns, Glenn Keller, Dale Luck, Robert J. Mical (un ingegnere software), Dave Needle, Ron Nicolson, Bob Pariseau e Carl Sassenrath. La presenza di così tanti elementi permise di creare due differenti gruppi di sviluppo, uno per la parte software ed uno per quella hardware: Jay Miner prese le redini di quest'ultimo mentre a Dale Luck fu affidata la guida del primo. Sebbene molte parti del sistema non fossero state ancora realizzate, Dale Luck ed un gruppo di ingegneri iniziarono la progettazione del sistema operativo simulando via software l'hardware non ancora disponibile grazie ad una workstation Sun
Alla fine del 1983 il sistema operativo offriva già un'interfaccia grafica a finestre e menù: era stata realizzata tutta la gestione grafica (Intuition) progettata e implementata da R.J. Mical ed il tutto era controllato da un microkernel (Exec) creato da Carl Sassenrath. Anche i chip custom erano quasi finiti: essi erano stati denominati Agnus (generatore di indirizzi); Daphne, in seguito ribattezzato Denise (gestione video); Portia, divenuto in seguito Paula (audio e gestione delle porte). Il problema di fondo erano i soldi: la società era a corto di liquidità e diversi impiegati avevano iniziato a chiedere finanziamenti personali ed a versare i soldi nelle casse dell'azienda per portare avanti lo sviluppo del computer.
LA PRESENTAZIONE DEL 1984 E LE TRATTATIVE CON ATARI
Nel tentativo di cercare nuovi finanziamenti Amiga Corp. decise di presentare Lorraine al Consumer Electronics Show il 4 gennaio 1984: l'hardware non era ancora completato del tutto per cui il computer mostrato era composto da 4 schede collegate insieme. Nonostante l'interesse mostrato verso il computer da diverse aziende, l'unica che si interessò fu Atari, offrendo un accordo che Amiga Corp., nonostante fosse molto svantaggioso per essa, non poté che accettare: Atari offrì 500 000 dollari ed un mese di tempo per avere una licenza di sfruttamento dei chip custom finiti, trascorso quel tempo Amiga Corp. avrebbe non solo dovuto restituire il denaro ricevuto ma anche cedere la proprietà intellettuale dei chip stessi.
L'accordo prevedeva anche che Atari si impegnasse ad acquistare 1 milione di azioni di Amiga Corp. al prezzo di 3 dollari ciascuna ma, ben sapendo che la società versava in cattive acque e che non sarebbe riuscita a restituire il denaro offerto, iniziò ridurre progressivamente il prezzo da pagare per ogni singola azione, arrivando ad offrire 98 centesimi. Amiga Corp., durante le trattative, venne a sapere che Atari era interessata solo ai chip finiti perché voleva accelerare la presentazione di una macchina a 16 bit per battere sul tempo la rivale Commodore e non aveva interesse di accollarsi anche l'assunzione delle persone che avevano realizzato l'hardware.
Il 3 luglio la Time Warner, proprietaria di Atari, cancellò lo sviluppo di tutti i sistemi ad 8 bit e sospese la trattativa con Amiga Corp. Nel contempo iniziò un riassetto societario dividendo Atari in 2 società: la divisione che sviluppava giochi, che divenne Atari Games, che rimase all'interno del gruppo, e la divisione console e personal computer, che fu messa in vendita. In quello stesso periodo Jack Tramiel era stato costretto a lasciare la Commodore, l'azienda da lui fondata, per divergenze con l'allora presidente del gruppo; quando seppe che la Warner vendeva la parte di Atari che si occupava della produzione di hardware da gioco, subito la acquistò creando la Atari Corporation, pensando di sfruttare la catena di distribuzione e le capacità produttive dell'azienda per rientrare nel mondo dei computer. Quando Tramiel prese possesso dell'azienda, scoprì l'accordo fra Atari ed Amiga.
L'ACQUISIZIONE DA PARTE DI COMMODORE
Fu durante questi eventi che nel 1984 si intromise la Commodore International, azienda che in quel momento godeva di ottimi risultati economici per il successo commerciale del C64, interessata al sistema sviluppato da Amiga Corp., con cui Miner iniziò a trattare. Quando Tramiel venne a sapere delle trattative in corso, il 13 agosto 1984 decise di denunciare sia la Commodore che lo stesso Miner per il mancato rispetto del contratto stipulato in precedenza fra Atari ed Amiga. Per accelerare i tempi il 15 agosto Commodore annunciò pubblicamente l'intenzione di acquisire la società, offrendo 4,25 dollari per azione ed 1 milione di dollari in contanti per permettere ad Amiga Corp. di saldare il debito con Atari e sciogliere il contratto. Qualche settimana dopo tutto il gruppo di sviluppo dell'Amiga fu spostato in una nuova società appena creata, denominata Commodore-Amiga Inc. con sede a Los Gatos, a cui la casa madre concesse un'ulteriore iniezione di liquidità pari a 27 milioni di dollari per terminare lo sviluppo del sistema.
Commodore decise di accelerare lo sviluppo del computer, decidendo di utilizzare l'architettura a 16 bit, per battere Atari sul tempo, che si era messa anch'essa a lavorare su un computer dello stesso tipo. La nuova proprietà rivide il progetto Lorraine, raddoppiando la RAM a 256 KB e sostituendo il floppy disk con un modello da 3,5" a doppio lato. All'epoca dell'acquisizione il sistema operativo del computer, denominato CAOS (Commodore Amiga Operating System), era ancora incompleto pertanto Commodore, al fine di completare celermente il progetto, decise di metterlo da parte e di commissionare a MetaComCo, una società di sviluppatori, l'integrazione di parte del sistema operativo TripOS con il codice di Intuition, il gestore dell'interfaccia grafica di Lorraine. Da questa integrazione, il cui diretto responsabile fu Tim King, nacque l'AmigaDOS.
Il 23 luglio 1985 venne presentato al CES il primo computer derivato dal progetto Lorraine, l'Amiga 1000, al tempo conosciuto semplicemente col nome di Amiga, in un evento che vide la storica partecipazione tra gli altri di Andy Warhol. Il sistema operativo non era ancora terminato per cui per avviare i programmi dimostrativi fu necessario usare un computer di Sun Microsystems. Dotato di un'interfaccia grafica a colori e di un'architettura multiprocessore, il computer fu messo in commercio nel mese di settembre dello stesso anno al prezzo di 1 500 dollari, anche se questo collocò la macchina nella fascia di mercato dominata dal Macintosh. Il computer stentò ad affermarsi sul mercato sia perché in ritardo rispetto ai suoi concorrenti sia perché considerato costoso: l'Atari ST, grazie alle soluzioni adottate volte a contenerne i costi produttivi, costava circa la metà e per questo risultò diretto concorrente dell'Amiga nonostante avesse caratteristiche tecniche inferiori.
Subito dopo la commercializzazione del primo Amiga, la società iniziò lo sviluppo di 2 nuove macchine basate sulla medesima architettura, l'Amiga 500, da destinare alla fascia più bassa del mercato e pensato con l'obiettivo di contrastare l'Atari ST, e l'Amiga 2000, un computer più potente da collocare su una fascia di mercato superiore. Per stimolare l'innovazione, i vertici dell'azienda decisero di creare 2 gruppi di sviluppo per la progettazione dell'Amiga 2000, uno a Los Gatos ed uno in Germania. Tuttavia, per ridurre i costi, il gruppo di Los Gatos fu sciolto scegliendo per il modello 2000 il progetto tedesco. Questo portò del malcontento all'interno del gruppo originale di Amiga Inc., ma Jay Miner cercò di vedere le cose in maniera positiva, pensando che l'Amiga 2000 per come era stata pensata soddisfacesse le sue idee originali di un computer professionale espandibile. Nel 1987 furono presentati al pubblico i nuovi computer: l'Amiga 500 riscosse subito un ottimo successo, anche perché poteva offrire agli utenti dei computer ad 8 bit argomenti validi per passare ad un sistema a 16 bit, riuscendo a contrastare efficacemente l'Atari ST tanto che in Europa superò quest'ultimo in termini di vendite.
GLI ANNI 90 E IL FALLIMENTO DI COMMODORE
Verso la fine degli anni '80 il monopolio di Commodore iniziò a vacillare, sebbene forte della posizione dominante e con il rivale Atari ST ormai superato nelle vendite, la dirigenza aveva perso interesse nello sviluppo della piattaforma: dall'epoca della presentazione del primo computer, solo l'Amiga 500 aveva ricevuto un aggiornamento nel 1989, con il chipset rivisto per poter gestire fino ad 1 MB di RAM. Commodore cercò di dare una scossa al mercato presentando il 24 aprile 1990 l'Amiga 3000, un computer basato su una CPU a 32 bit, il supporto allo standard SCSI e la nuova interfaccia grafica Workbench 2: rispetto alla precedente versione 1.x la nuova interfaccia rappresentava un notevole salto in avanti con una grafica molto più pulita e professionale, basata su una combinazione di tinte grigie e blu. Nel mese di luglio dello stesso anno fu presentato il Commodore CDTV, un sistema multimediale che in pratica non era altro che un'Amiga 500 con un lettore di CD-ROM integrato. Entrambi i modelli non vennero sostenuti da un'adeguata campagna pubblicitaria, finendo per rivelarsi dei fallimenti. L'assenza di interesse da parte di Commodore nel promuovere i nuovi prodotti si mostrò nuovamente durante il 1991 quando non solo commercializzò l'Amiga 500 Plus senza in pratica presentarlo in modo ufficiale ma togliendo anche dal commercio il CDTV senza dare nessuna comunicazione. Il 1991 fu l'anno in cui venne messo in commercio anche l'Amiga 3000UX, una workstation Unix, e annunciato l'Amiga 3000 Plus che però non verrà mai commercializzato.
Il 1992 fu un altro anno critico per l'Amiga: l'Amiga 500 Plus, presentato l'anno prima, venne tolto dal commercio per sostituirlo con l'Amiga 600, un computer che non riuscì a soddisfare pienamente le richieste della clientela sia per le soluzioni adottate (design compatto ottenuto miniaturizzando la scheda madre dell'Amiga 500 ma mantenendone in pratica il costo produttivo, eliminazione del tastierino numerico) sia per la classificazione della macchina, definita da Commodore come una "console con tastiera". Questo computer fu infatti messo in commercio per contrastare Nintendo e Sega che stavano dominando il settore dei videogiochi con le loro console domestiche ma non riuscì a scalfire il loro mercato né a rappresentare un valido sostituto dell'Amiga 500. Inoltre l'Amiga 600 fu introdotto poco prima del lancio di due nuove macchine basate su un aggiornamento hardware della piattaforma: il nuovo chipset AA (Advanced Amiga), in seguito ribattezzato AGA, Advanced Graphics Architecture, che debuttò prima sull'Amiga 4000 l'11 settembre e poi sull'Amiga 1200, presentata a fine anno.
Il 1993 si aprì con notizie contrastanti: nonostante le vendite record dell'Amiga 1200 la proprietaria Commodore continuava ad annunciare perdite. Questo non impedì alla società di presentare l'Amiga CD32, una console basata sull'hardware dell'Amiga 1200. Le vendite andarono molto bene, surclassando quelle del Sega Mega CD e dei primi sistemi PC con lettore CD-ROM. Tuttavia Commodore aveva presentato il CD32 come una console inserendolo quindi in un settore di mercato, quello delle macchine da gioco, dove i sistemi a 16 bit già dominavano incontrastati. L'Amiga 1200 restava l'unico modello appetibile ma anche le sue vendite iniziarono a calare, erose dal lento ma continuo affermarsi dei PC anche in ambito domestico. Nell'aprile del 1994 la Commodore e con essa fini lo sviluppo dell'Amiga: il 29 aprile la società fu messa in liquidazione. Alcune filiali furono chiuse ed il tempo passò in cerca di investitori che non arrivarono, inoltre il 20 giugno morì in ospedale Jay Miner. Nel 1995 la Commodore fu messa in liquidazione per saldare le sue insolvenze. Durante il decennio il marchio subì innumerevoli vicissitudini legate ai fallimenti di Commodore, divenendo proprietà di Escom e Viscorp poi, e successivamente di Gateway 2000 per poi passare alla statunitense Amino Development. Parallelamente un gruppo di appassionati creò il progetto AROS allo scopo di realizzare una versione open source del sistema operativo dell'Amiga.