SEGA GAME GEAR
Il Game Gear è una console portatile a 8-bit di quarta generazione rilasciata da Sega il 6 Ottobre del 1990 in Giappone e nell'Aprile del 1991 in Europa e Stati Uniti. Console nata per competere con le esponenti portatili prodotte da Nintendo (Game Boy), Atari (Lynx), NEC (PC-Engine GT), condivideva molto del suo hardware con il Master System, del quale poteva eseguire i giochi mediante un adattatore. Era dotata di uno schermo a colori retroilluminato, e le sue caratteristiche hardware la ponevano tecnologicamente al di sopra del Game Boy.
Il suo prezzo, sebbene non particolarmente contenuto, e la disponibilità dei giochi, gli fecero ottenere punti rispetto a Lynx e PC-Engine GT. Tuttavia, a causa della scarsa durata delle batterie, e ad uno scarso supporto da parte di Sega nel produrre giochi originali, finì per perire sotto i colpi di un ben più supportato Game Boy, bendendo poco più di 10 milioni di unità.
CARATTERISTICHE
Il Game Gear, come l'Atari Lynx, era stato progettato per un utilizzo orizzontale, così da favorire un'impugnatura comoda per entrambe le mani. La console conteneva lo stesso processore utilizzato nel Sega Master System e uno schermo da 3,2 pollici che poteva visualizzare fino a 32 colori allo stesso momento da una palette di 4096 colori. Lo schermo (160x144 pixels) inoltre era retroilluminato, così da permettere al giocatore un esperienza di gioco confortevole anche in condizioni di scarsa luce.
Poteva essere alimentato da 6 batterie stilo AA, la cui durata solitamente variava dalle 3 alle 5 ore e che Sega cercò di aumentare grazie all'impiego di accessori esterni come due diversi tipi di Battery Pack appositamente disegnati per Game Gear.
Dotata di 8KByte di RAM e di 16 KByte di VRAM, condivideva con il Master System anche il processore audio Texas Instruments SN76489 PSG, ma il suono stereo necessitava di cuffie auricolari, perchè l'audio nativo della console attraverso l'altoparlante integrato era mono.
Game Gear. |
Gli accessori creati per Game Gear furono in buon numero. Un sintonizzatore tv noto come TV Tuner, dotato di antenna ripiegabile che veniva inserito all'interno dello slot delle cartucce. In tal modo era possibile visualizzare sullo schermo del Game Gear alcuni dei canali televisivi. Il costo era piuttosto elevato, ben 105 dollari.
Un'altro accessorio, il Super Wide Gear, aumentava la dimensione mediante l'uso di una lente di ingrandimento, così da compensare la ridotta dimensione dello schermo della console. Ma non mancarono anche l'alimentatore da viaggio denominato Car Gear Adapter la cui funzione era quella di permettere di giocare alla console alimentandola mediante la presa accendisigari, e il Gear to Gear Cable che permetteva il gioco cooperativo tra due diversi Game Gear.
Il Kid's Gear, una versione del Game Gear uscita nel tardo periodo di produzione della console. Fantastico il frontale con Akira Yuki in posa da combattimento. |
Nel corso della sua esistenza la console subì una serie di modifiche e variazioni. Successive versioni vennero commercializzate con diversi colori, includendo un blue Sport (in bundle con World Series Baseball '95 o The Lion King) e rilasciato in Nord America, la versione Cola Cola Red in bundle con il gioco Coca-Cola Kid, e una versione bianca in bundle con il Tv Tuner.
Quando la console era ormai alla fine del suo ciclo di vita, venne anche riprodotta con il nome di Kid's Gear allo scopo di interessare i più piccoli. Una versione in bundle con il gioco Virtua Fighter Mini, orientata al solo mercato giapponese, che si distingueva dalle vecchie versioni della console per il faceplate decorato con personaggi di Virtua Fighter.
STORIA
Sviluppata con il nome in codice Progetto Mercurio il Game Gear venne prima rilasciato in Giappone il 6 Ottobre 1990 e il successivo aprile 1991 in Nord America e in Europa. Lo scopo principale della console era quello di competere sul mercato con il Nintendo Game Boy, rilasciato sul mercato nel 1989. La console altri non era che una versione portatile della console casalinga conosciuta come Sega Master System, ed era dotata di uno schermo a colori, in controtendenza con quello del Game Boy, che era monocromatico.
Fu proprio questo il dettaglio che fece pensare a Sega di poter competere con Nintendo; il capogruppo del settore ricerca e sviluppo di Sega Hideki Sado. dichiarò infatti che lo schermo in bianco e nero del Game Boy servì da stimolo affinchè Sega producesse la propria console portatile a colori.
Alcuni giochi del Sega Game Gear. |
Inoltre, per venire incontro alle richieste dei giocatori, il Sega Game Gear venne dotato di forme che meglio si adattavano alla posizione delle mani durante una sessione di gioco, assumendo una posa orizzontale che risultava più comoda e simile all'uso di un Joypad. Ma il lavoro di ingegnerizzazione non si fermò a questo, venne infatti considerato molto attentamente anche il peso del dispositivo. Doveva avere un peso compreso tra quello di un Game Boy e di un Atari Lynx, così da non risultare troppo piccolo e leggero ma nemmeno pesante e ingombrante.
Il gioco che Sega decise di vendere in bundle con la console fu Columns, prodotto che condivideva il genere con Tetris, cartuccia che Nintendo aveva incluso nelle confezioni del Game Boy.
Partendo in ritardo rispetto a Nintendo, Sega produsse sforzi notevoli affinchè la console finisse nei negozi nel minor tempo possibile, la decisione di far si che il Game Gear fosse basato sull'Hardware Master System in effetti era proprio volta a minimizzare parte dei tempi di progettazione. In più, parte di questa decisione era basata sull'idea che in questo modo, portare i giochi del Master System sulla controparte portatile sarebbe risultato oltremodo semplice ed economico.
A seguito del rapido lancio in Giappone Sega registrò la vendita di 40.000 unità soltanto nei primi 2 giorni, e di 90.000 nel primo mese, mentre gli ordini arretrati ammontavano a ben 600.000 unità. I numeri parevano quindi far pensare ad un successo privo di dubbi, al punto che il direttore marketing di Sega of America arrivò a dichiarare: "è chiaro che c'è bisogno di una sistema portatile da gioco che fornisca quella qualità che altri hanno fallito nell'introdurre. Questo significa una grafica colorata, uno schermo retroilluminato e giochi in grado di catturare l'attenzione di utenti di ogni età".
Un Game Gear Custom con nuovo Schermo McWill in onore del 25th anniversario di Sonic. |
Prima che venisse commercializzato il Game Gear, Sega aveva lanciato con successo anche un'altra console a 16-bit destinata però al mercato casalingo, si trattava del celebre Sega Genesis (o Mega Drive per i meno pratici NdUranux), console che Sega definiva come destinata ad un pubblico "adulto", alludendo in maniera non tanto velata all'idea che la diretta console concorrente, il Super Nintendo, fosse più che altro apprezzata da bambini e faciloni di ogni genere.
La situazione diventò oltremodo "calda" quando, nel posizionare la propria portatile sul mercato, Sega dichiarò che il Game Gear era senza dubbio una console più interessante del Game Boy. Era solo l'inizio di una guerra aspra, sembra infatti che Sega arrivò a paragonare gli utenti della portatile Nintendo come a giocatori obesi e senza istruzione, dotati di un quoziente intellettivo pari a 12, incapaci di percepire la differenza tra una console arretrata in bianco e nero e il più potente Game Gear.
Inutile dire che Nintendo protestò vivacemente contro l'antagonista, accusandolo pubblicamente di offendere le persone affette da disabilità, ed esortando gli organismi nazionali in favore dei disabili ad intentare azioni contro Sega. Ma il presidente di Sega of America replicò all'iniziativa di Nintendo affermando che Nintendo " ... avrebbe dovuto spendere molto più tempo a migliorare i propri prodotti e il marketing, invece di cimentarsi in azioni coercitive orchestrate dietro le quinte". Alla fine comunque, questa diatriba ebbe un impatto davvero limitato sulla vendita del Game Gear.
Kid's Gear completo di scatola originale. |
Purtroppo però anche per questa interessante macchina arrivò il momento del lento declino. Le motivazioni dietro quello che infine venne classificato da molti analisti come un fallimento furono molteplici. Anzitutto Sega era impegnata su troppi fronti: oltre al Game Gear, stava supportando ben 2 macchine casalinghe come il 32X e il Sega CD e stava contemporaneamente progettando la macchina del futuro, il Sega Saturn.
Il focus molto intenso sulle macchine casalinghe finì per penalizzare molto il Game Gear, che nonostante i 10,62 milioni di unità vendute non raggiunse mai la quota che fu capace di raggiungere Nintendo con il Game Boy (quasi 10 volte superiore). C'è poi da dire che la nera console portatile di Sega era da molti considerata troppo dispendiosa perchè necessitava di molte batterie durante le sessioni di gioco fuori porta. Per intenderci la situazione era pressapoco quella del Lynx (6 Stilo AA per circa 3-4 ore di gioco), ma sebbene il Game Gear potesse certamente sfoggiare un case meno ingombrante, non era nemmeno definibile come l'icona della trasportabilità.
Inoltre, quando Sega decise di orientare sensibilmente il proprio focus sulle console casalinghe, finì inevitabilmente per rendere meno appetibile la propria portatile anche agli occhi di chi avrebbe potuto considerarla la piattaforma di riferimento. Fu così che molti produttori di terze parti decisero di portare i propri titoli su Game Boy, dove per altro era più semplice lavorare in termini di programmazione. Basti pensare come alla fine del proprio ciclo vitale, il Game Boy potesse vantare una libreria di circa 1000 titoli, molti dei quali illustri, mentre per il Game Gear il numero superava appena i 300.
Su queste basi il Game Gear, che pur si era ritagliato una sottile fetta di mercato, imboccò la sua strada verso l'oblio, nonostante le rosee premesse iniziali. Nel 1997 infatti Sega annuciò che avrebbe reso discontinua la sua produzione e di li a poco essa cessò per poi essere ripresa da Majesco Entertainment durante quella che fu solo una breve parentesi. Il Game Gear ebbe comunque il merito di sopravvivere allo strapotere di Nintendo più a lungo di tutti in quegli anni; soltanto Sony PSP sarebbe riuscita a fare meglio tra le console di settima generazione. Ecco perchè, essa si è guadagnata di diritto un posto nella storia delle console portatili di tutti i tempi e i fans la ricordano con piacere.
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